L’approccio alla valutazione di doppia materialità ESG a nostro giudizio va inteso come processo iterativo di valutazione sistemica delle questioni rilevanti in ottica inside-out e ouside-in, analizzando impatti, rischi e opportunità che si rilevano essere significative rispetto alla propria organizzazione e implementando un piano di azione per la loro gestione. Spesso però rileviamo l’utilizzo di questo strumento come mera disclosure di informazioni nel processo di reporting, senza un reale approfondimento di come vengono affrontati nei processi aziendali interessati e senza mettere in atto alcuna attività operativa / gestionale. In tal caso l’analisi di doppia materialità non porta alcun valore all’organizzazione, riscontrando informazioni consuntive ma senza introdurre o facilitare processi di miglioramento e cambiamento per il futuro. Gli standard ESRS di Efrag ben hanno chiarito che il processo di reporting ha carattere iterativo ed è finalizzato sia alla rendicontazione della situazione “as is” che alla comunicazione dei piani di sviluppo futuri in ottica di perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030. Pertanto, la definizione del “to be” risulta fondamentale ai fini del rispetto degli standard ESRS oltre a costituire il vero valore aggiunto per la promozione di processi e progetti di miglioramento aziendale nelle tre aree E, S e G, con ricadute che nella maggior parte dei casi hanno anche impatto economico positivo sulla gestione.
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